mercoledì 20 aprile 2011

Il muro di Sormano by ifdesign

Il ciclismo italiano ha sempre annoverato nei propri tracciati, ed in particolare tra quelli del Giro di Lombardia, alcune tra le salite piu' dure a livello internazionale. Nonostante questo alla fine degli anni '50 Vincenzo Troiani volle aggiungere alla lista un percorso ancore piu' impegnativo: il Muro di Sormano (Sormano-Como).

Il percorso non è particolarmente lungo, ma il repentino cambio di altitudine lo rese un vero calvario per i ciclisti che parteciparono alle gare tra il 1960 e il 1962. Dieci minuti al limite dello sforzo, tanto da far smontare di sella molti atleti. Le numerose proteste da parte dei corridori condannarono presto il Muro ad essere eliminato restituendo agli annali una storia breve ma gloriosa.
Tornato ad essere strada veicolare con l'avvento della provinciale nel 1976 il Muro venne presto abbandonato  cadendo cosi' in degrado.
A seguito di un interessante intervento di recupero ad opera dello studio di design Franco Tagliabue e Ida Origgi il percorso è tornato a nuova vita diventando un efficace esempio di architettura paesaggistica.
La pendenza è il filo conduttore del progetto, lungo di essa viene narrato il paesaggio, non solo quello fisico, visibile, ma anche quello della memoria legato al mondo dello sport e a quegli episodi che hanno consacrato la salita del Sormano al mito.

Cosi' lungo tutto il percorso appaiono scritte in vernice bianca che di volta in volta riportano le indicazioni altimetriche con le quote metro dopo metro; parlano delle essenze arboree che dimorano nel bosco;


suggeriscono di rivolgere lo sguardo lontano al paesaggio circostante indicando la direzione e i nomi delle montagne sullo sfondo;


e poi ricordano le parole dei campioni che con tanto impegno e sudore hanno affrontato il Muro, gli ordini di arrivo e i tempi...cosi' si scopre che il record appartiene a Ercole Baldini che nel '62 impiego' solo 9'24'' a giungere in cima alla salita.

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